LA CAMPAGNA DEL CENTRO
L’area si presta magnificamente per sperimentare concretamente il nuovo patto tra città e campagna (Piattaforma nazionale Rurability) promosso da SIMTUR (società italiana professionisti della sostenibilità) e, più in generale, il concetto di Paesaggio come progetto collettivo, come stato d’animo, luogo per coltivare un benessere che deriva dal rapporto uomo/natura in una relazione che si costruisce e abita il territorio come cura di sé e degli altri, come comunità; così al di là della azioni materiche progettuali sul paesaggio, si possono e si devono mettere in atto “azioni immateriali” per incentivare un alfabetismo paesaggistico che sviluppi attività creative autonome negli abitanti per una migliore qualità della vita, in una responsabilità di gestione condivisa e di salvaguardia dell’habitat naturale come identitario, tanto da vedere nei grandi spazi verdi che circondano la città di Verona (un sistema grandi aree verdi da mettere in rete in un’unica visione, come da Green Deal).
Parco Ottocento è “porta naturale” della città di Verona, quest’ultima è caratterizzata da un’antica cinta muraria che, insieme ai bastioni, segna lo spazio periurbano costruito da sempre in relazione con il paesaggio ed il contesto ambientale antropizzato, e non, della città, in una relazione antica che vuole essere ripresa sinergica tra campagna e città.
Verona ha un forte carattere “verde” e Parco 800 vuole diventare “la campagna del centro”, ovvero di tutti gli abitanti, di tutti i quartieri, con un particolare legame con il centro storico (siamo a 5 km in linea d’aria da piazza Brà). Offrire uno spazio verde nella natura, dentro la città, legandola a tutte le altre parti che la compongono.
Parco Ottocento è come una “piccola patria”, prendendo a prestito le parole di Adriano Olivetti:
«Quella dove sono nati i vostri figli, quella dove avete passato la vostra infanzia, dove avete trascorso anni di sofferenza come anni di letizia e di pace (…). La natura, il paesaggio, i monti, i laghi, il mare creano con i nostri fratelli i limiti della nostra Comunità».